Fratelli d’Italia punta sull’Alto Vicentino, sceglie come base Thiene e schiera ufficialmente Vincenzo Forte come candidato alle regionali del 20 e 21 settembre prossimi.

E’ stata anche l’occasione per sugellare il passaggio del consigliere dell’opposizione thienese Christian Azzolin al partito di Giorgia Meloni, sebbene da qualche mese il suo movimento, quello con cui si era candidato sindaco di Thiene alla scorsa tornata elettorale, parlasse già a nome del partito in ascesa in Italia, tanto da fare concorrenza alla Lega di Salvini.

“C’è bisogno di riorganizzare la destra – ha esordito giovedì 2 luglio l’avvocato thienese, che siedeva con Forte alla sua destra e con l’eurodeputato Sergio Berlato a sinistra – Con la sigla di Fratelli d’Italia avremo più grinta e più sprint nel portare avanti gli ideali di un gruppo che ha punti di riferimento importanti a livello provinciale, in Regione, ma soprattutto a Roma. Sono felice di poter presentare ai thienesi la sede locale di Fratelli d’Italia, ma in modo particolare la candidatura di un collega giovane, ma già navigato, che in questi mesi mi ha già dato tanto supporto e so che me ne darà. Vincenzo Forte – ha concluso Azzolin – è romano ma si è innamorato di una veneta e del Veneto, vuole investire in questo territorio che saprà dargli molto, ma al quale lui vuole dare molto in termini di rappresentanza”.

Prima di passare la parola a Forte e a Berlato, Christian Azzolin, senza peli sulla lingua, ha menzionato la vicenda ospedale, come se volesse richiamare i due esponenti ad un impegno al quale hanno dimostrato di non volersi sottrarre.

“Conosco bene la vicenda dell’ospedale Alto Vicentino – ha affrontato subito di petto l’argomento Forte, il ‘figlioccio’ di Giorgia Meloni – Qualche mese fa abbiamo preso posizione come Fratelli d’Italia su una questione che va risolta. Sappiamo che la Regione ha eseguito delle scelte politiche chiaramente discriminanti nei confronti di questo territorio e conosciamo tutti i motivi di questa eclatante mancanza di equilibrio. Bassano del Grappa è tutelato da fior fiore di assessori e consiglieri regionali, che hanno avuto un peso, adesso le cose devono cambiare, perché sono state perdute delle eccellenze, dei fiori all’occhiello della medicina che sono migrati altrove e invece andavano trattenuti. Nell’ospedale di Santorso – ha continuato Forte – sono stati investiti tantissimi soldi e non ha senso che si perdano quelle risorse umane che, assieme ad una struttura all’avanguardia a livello europeo, rappresentano quell’eccellenza che era stata prospettata all’inizio del progetto”.

“Sull’ospedale di Santorso non ho mai esitato a prendere posizioni, anche quando c’era da fare la voce grossa e pagarne le conseguenze – ha spiegato Berlato con il piglio del politico scafato – Vorrei ricordare ai presenti che sono stato colui che è andato in procura a denunciare, mettendoci faccia, nome e cognome, gli affari che creavano un certo business all’interno della Regione Veneto. Sono stato emarginato per questo, ma non me ne sono mai pentito, perché sono di Santorso e quando sedevo in maggioranza era stato fatto un patto nel quale avevo creduto, cioè che nella riorganizzazione della Sanità, che ha visto la costituzione di Azienda Zero ed il passaggio da 21 a 9 Ulss, non sarebbe stato sacrificato nessun territorio, quindi nemmeno l’Alto Vicentino. Così non è stato e la situazione va ripristinata al più presto. Sappiamo che anche la nostra ricca regione sta attraversando un periodo molto critico dal punto di vista economico a causa dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus, che ha messo in ginocchio i nostri imprenditori, alcuni dei quali non sono riusciti nemmeno a riaprire. Adesso va a loro la priorità del mio impegno, ma quella dell’ospedale rimane comunque un nodo che va affrontato”.

La ‘volata’ di Elena Donazzan

Alla conferenza stampa di presentazione della nuova sede di Fratelli d’Italia è apparsa per qualche minuto Elena Donazzan, che è sembrata poco convincente specie sull’argomento ospedale: “La scelta di far diventare l’ospedale Alto Vicentino un centro covid non voleva significare privare i cittadini di un così ampio territorio dei servizi medici essenziali, ma si è puntato sulle strutture più nuove, quelle più capaci di fronteggiare il covid. Le cose torneranno come prima, perché l’Alto Vicentino, i centri di Thiene e Schio, rappresentano un tessuto economico che con il completamento della Pedemontana diventerà ancora più corposo”.

Natalia Bandiera

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